e-Dossier: Churchill e la Svizzera

Il 24 gennaio 1965 moriva all’età di 90 anni una delle figure dominanti della politica mondiale. Winston Churchill, il primo ministro che aveva guidato la Gran Bretagna negli anni della guerra, fu ricordato in tutto il mondo e anche in Svizzera. «La radio, la televisione e la stampa del nostro paese hanno dal canto loro fatto eco ai sentimenti di viva gratitudine del popolo svizzero nei confronti del defunto.» ...
e-Dossier: 50 anni fa il colpo di Stato in Guatemala in 1954

Il 27 giugno 1954, il governo del Guatemala, eletto democraticamente, fu rovesciato da un putsch orchestrato dalla CIA. Fu una delle prime grandi azioni dei servizi segreti statunitensi in America latina. Del colpo di Stato contro Jacobo Árbenz, il cui padre era emigrato in Guatemala da Andelfingen (canton Zurigo), si occupò anche la diplomazia svizzera.
e-Dossier: Inizio dello «scandalo Mirage» in 1964

«Si tratta di una questione molto imbarazzante, che gli causa da tempo molte preoccupazioni», riferì Paul Chaudet ai suoi colleghi del Consiglio federale nel corso della seduta del 28 febbraio 1964. Nel quadro dell’acquisto di nuovi aerei da combattimento francese Mirage, spiegò il capo del Dipartimento militare federale (DMF), il budget approvato dal parlamento era stato ampiamente superato.
e-Dossier: Accordo sull’emigrazione con l’Italia

«Abbiamo chiamato forza lavoro, arrivano uomini»: la famosa frase di Max Frisch risale al 1965. Già un anno prima, nel 1964, il consigliere federale Hans Schaffner rivolgeva parole simili a uno dei suoi alti funzionari. «Gli svizzeri si fanno delle enormi illusioni se credono che alla lunga possiamo ottenere dal nostro Stato vicino solo la popolazione attiva, inserita nel mondo del lavoro».
e-Dossier: L'attentato a Kennedy in 1963

Il 22 novembre 1963 veniva ucciso a Dallas il presidente degli Stati Uniti John F. Kennedy. Nel momento preciso in cui la notizia arrivò a Berna, il Consigliere federale Hans Schaffner stava tenendo un ricevimento in onore di W. Michael Blumenthal, incaricato dei negoziati economici del Dipartimento di Stato USA.
e-Dossier: Inizio della missione di Corea 1953

«Anche se rimaniamo ai margini della politica mondiale e della politica europea, questo non significa che ci disinteressiamo degli avvenimenti che accadono attorno a noi, né che ci sottraiamo a qualsiasi tipo di responsabilità»: è in questi termini che si esprime Max Petitpierre davanti al corpo diplomatico svizzero nel settembre 1953.
e-Dossier: L'adesione al Consiglio d'Europa in 1963

«Il Consiglio d'Europa è il luogo dove meglio possiamo tastare il polso all'Europa»: questa, in sostanza, la conclusione alla quale giunge, nel novembre 1963, il Consigliere nazionale Max Weber durante una riunione di un gruppo di lavoro creato dal Consiglio federale (dodis.ch/34192). Il 6 maggio dello stesso anno, la Svizzera aderisce al Consiglio d'Europa.
e-Dossier: La morte di Stalin – Lo sguardo dei diplomatici svizzeri
«La nostra corona, molto pesante ma pure molto bella munita di un nastro bianco e rosso e con le parole scritte in lettere dorate “Il Consiglio federale svizzero”, era portata da due robusti sovietici. Dietro – scrive il Ministro di Svizzera a Mosca Camille Gorgé nel suo rapporto a Berna del 10 marzo 1953 – camminavamo io, mia moglie ed i miei collaboratori (dodis.ch/9028, originale in francese).»
e-Dossier: La Svizzera e la crisi dei missili di Cuba

Tutto il mondo trattiene il respiro quando, nell’ottobre 1962, l’Unione sovietica installa a Cuba delle rampe di lancio per missili a media gittata capaci di colpire Washington. Gli Stati Uniti sembrano dirigersi verso un conflitto aperto. La minaccia di una terza guerra mondiale, nucleare questa volta, sembra concretizzarsi.
e-Dossier: Gli Accordi di Evian e la fine della guerra in Algeria

Nel 1962, dopo otto anni di guerra sanguinosa, il conflitto franco-algerino termina con l’indipendenza dell’Algeria dalla Francia, potenza coloniale di un tempo. La Svizzera contribuì in maniera decisiva alla conclusione del conflitto, sancita dalla firma degli Accordi di Evian il 18 marzo 1962. Fin dall’inizio della guerra d’Algeria numerose cittadine e cittadini svizzeri – soprattutto giornalisti, attivisti ed editori – si erano mostrati particolarmente attivi sul fronte dell’informazione come pure su quello dell’aiuto ai rifugiati algerini e ai disertori francesi.